Un Decreto di misure repressive e non preventive, ridurrà il numero dei femminicidi?

Tante le aspettative e troppi i dubbi sui provvedimenti del decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri in materia di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne.

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In sintesi, il decreto prevede:

 

Arresto obbligatorio in flagranza

È previsto l’arresto obbligatorio in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking. Le forze dell’ordine saranno obbligate al fermo di colui che viene sorpreso in un atto di violenza domestica o di stalking.

Allontanamento del coniuge violento da casa

Alle forze di polizia viene data la possibilità di allontanare il coniuge o compagno violento, se si riscontra un rischio per l’integrità fisica della donna.

Querela irrevocabile

A seguito di una querela sporta per violenza e maltrattamenti, sarà irrevocabile.

Pene più severe

Il decreto prevede l’aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente).

Corsia giudiziaria preferenziale

Con questo decreto, i tribunali potranno adottare delle corsie preferenziali per i processi per femminicidio e per maltrattamenti.

Patrocinio gratuito

Per chi è vittima di stalking o maltrattamenti e non si può permettere un avvocato, è ora previsto il patrocinio legale gratuito.

Permesso di soggiorno alle vittime straniere.

Vittime informate sull’iter giudiziario

La vittima di violenza o maltrattamenti sarà costantemente informata sulla condizione giudiziaria del colpevole (se si trova in carcere o in libertà, se è stato condannato, ecc…).

Cyberbullismo

Il decreto contiene alcune norme per contrastare il cyberbullismo.

 

femminicidio1-670x223-1368033811Esaminando le misure adottate da questo provvedimento si avverte la volontà di una decisa e ferma intenzione di “invertire la rotta” rispetto a come è stato vissuto l’approccio culturale verso la violenza alle donne fino ad oggi.

Come ho già detto e scritto più volte, a seguito delle dimissioni del Ministro Idem, il Consiglio dei ministri ha deciso di non nominare al suo posto un nuovo titolare di questo dicastero, ma di spacchettare invece le nomine e distribuirle fra alcuni ministeri già esistenti, auspico che al più presto il Governo nomini un ministero delle Pari Opportunità.

Analizzando i punti del decreto si evince l’intenzione d’inasprire le pene, ma poco o pochissimo si è definito per prevenire a monte la questione della violenza di genere.

 

Un Decreto di misure repressive e non preventive, ridurrà quindi il numero dei femminicidi?

Dov’è in questo documento l’educazione di genere, la formazione, la sensibilizzazione al problema della violenza sulle donne? Nessuna repressione porterà a risultati se non si punta fortemente sulla prevenzione. Si dimentica totalmente il sostegno finanziario ai centri antiviolenza, la riabilitazione degli uomini “abusanti” , un osservatorio che vada a monitorare i femminicidi (fonti statistiche e d’approfondimento Istituzionali del tema quasi totalmente inesistenti), punto di forza per l’ex ministro Idem.

 

Il rischio più grande per questo decreto è che la lotta alla violenza sulle donne, si trasformi soltanto in nobili parole, senza finanziamenti a chi troppe volte, ha fatto le veci dello Stato: le associazioni contro la violenza.

 

L’innalzamento delle pene non ha sufficiente efficacia deterrente per gli uomini violenti. Lo è la certezza della pena e la formazione professionale degli operatori giudiziari. Purtroppo accade spesso (anche dalle storie vere raccolte ne I Labirinti del Male) che a fronte di denunce per violenza, percosse e stalking, venisse chiesta l’archiviazione del caso, o non si capisse la reale gravità. Questi episodi non devono più accadere. Solo con la formazione specifica si può scongiurare epiloghi aberranti come questi.

 

L’arresto in flagranza obbligatorio,  e cacciare il marito o compagno violento da casa, sono due punti importanti del decreto, ma é indispensabile e fondamentale la FORMAZIONE degli operatori, per valutare e riconoscere le situazioni a rischio con un’adeguata sinergia e reti di collegamento efficaci tra operatori sanitari, forze dell’ordine, procure, centri d’ascolto….senza un coordinamento adeguato fra tutti gli attori coinvolti, non si faranno certamente passi avanti.femminicidio.

 

Per quanto concerne la Querela irrevocabile è più che mai importante che la “vittima” venga tutelata, protetta e sostenuta nel percorso di uscita dalla violenza, fisica e psicologica.

Curioso, per non dire fuori luogo, che un Decreto Legge sul femminicidio contenga “Nuove norme anche per quanto riguarda una maggiore flessibilità dell’impiego del contingente di 1.250 appartenenti alle Forze armate nel controllo del territorio stabilendo che questo possa essere impiegato anche per compiti diversi dai servizi di perlustrazione e pattugliamento.

Auspico che tale decreto sia solo il primo timido passo per contrastare questa “strutturale” piaga sociale, ossia riconoscere (con fortissimo ritardo) che gli atti persecutori ed i maltrattamenti sono reati gravi. Ma la violenza di genere, in Italia, non è emergenza o un’epidemia, bensì un fenomeno endemico mai affrontato adeguatamente alla radice, anche per motivi storici. Un fenomeno prima di tutto da estirpare sul piano culturale.

 

 

Rossella Diaz

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