Serena Mollicone si è uccisa da sola

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Giugno 2001. Rammento molto bene quel periodo. Io ed i miei compagni di scuola studiavamo per l’imminente esame di maturità. Ancora non c’erano gli smartphone, non eravamo connessi 24 ore su 24, ma dovevamo essere aggiornati sulle notizie di attualità (in vista delle possibili tracce del tema, da lì a pochi giorni). In quei giorni una notizia aveva catturato particolarmente la nostra attenzione;  la scomparsa di una ragazza di 18 anni ad Arce, Serena Mollicone. In tutti questi anni ho continuato a seguire la vicenda, i processi e le indagini, sul caso di  questa mia coetanea. Serena era bella, dalle foto si intravedeva nei suoi occhi una luce particolare…unica… quella degli anni della giovinezza. La ragazza qualche giorno più tardi fu ritrovata morta, nel bosco. Aveva mani e piedi legati ed un sacchetto di plastica in testa. Una fine orribile avvenuta dopo una lunga agonia. Oggi, dopo quasi quindici anni, arriva la richiesta di archiviazione del caso, per assenza di elementi e prove. A  cosa sono serviti tutti questi anni di indagini, nuove tecniche investigative, processi ed interrogatori? Serena Mollicone si è uccisa da sola.

La famiglia della ragazza, ha dichiarato che farà ricorso. Un’unica impronta era presente sullo scotch che legava i piedi di Serena. Il primo soggetto ad essere indagato fu Carmine Belli, un carrozziere del luogo, scagionato in tutti i gradi di giudizio. Nel 2008 avvenne un episodio alquanto ambiguo, un giallo nel giallo. Santino Tuzi, carabiniere di Arce che indagava sul caso di Serena, si tolse la vita. Qualche giorno prima della sua morte, il brigadiere aveva rilasciato una lunga deposizione alla Procura, ossia che il giorno della scomparsa, Serena Mollicone si recò in caserma dei carabinieri. Tuzi era di piantone e dopo aver ricevuto l’autorizzazione tramite un interfono la fece entrare. A dare l’autorizzazione qualcuno che si trovava nell’appartamento privato del comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il maresciallo Franco Mottola. Tuzi non capì se la voce all’interfono fosse del comandante o del figlio Marco, ma è evidente che Serena prima di scomparire nel nulla, è entrata in caserma e si è avviata nell’appartamento del comandante. La ragazza, quella mattina,  andava a denunciare alcuni ragazzi (figli di personaggi importanti di Arce) tra cui Marco Mottola il figlio del maresciallo, per spaccio di droga. Il brigadiere rimase al lavoro il 1 giugno sino alle  14.30. Lui non la vide scendere. Secondo molti il Tuzi non si tolse la vita spontaneamente, ma fu ucciso, poiché alcuni elementi non combaciavano con l’ipotesi di suicidio. Successivamente, nel 2011 ben 7 persone furono iscritte nel registro degli indagati: l’ex fidanzato di Serena, Michele Fioretti e la madre Rosina Partigianoni, un carabiniere di Arce Francesco Suprano, l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola, il figlio Marco. Tutti gli esami del dna però diedero esito negativo. Totale assenza di prove… ma troppi interrogativi ancora sono senza risposte in questa storia.

MOLLICONE-GuglielmoGuglielmo Mollicone, papà di Serena, per tutti questi anni ha tenuto alta l’attenzione sulla vicenda di sua figlia, perché nessuno si dimenticasse di lei e del suo sacrificio. Oggi la sua “bambina” avrebbe 33 anni, e forse avrebbe coronato il suo sogno di essere una brava veterinaria o forse sarebbe una mamma premurosa.  E’ stata sfortunata Serena. La giustizia si è arresa per mancanza di prove.

Una terribile sconfitta, per tutti noi.

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